WordPress ha pensato bene di mangiarsi il mio account proprio fra il 19 e il 20 luglio. Il problema principale era il sito della parrocchia, da cui dipende un sacco di gente per le info; ripristinato quello, rieccomi su questo blog sottoutilizzato. Brutta cosa la sociofobia per una scrittrice.
Ho festeggiato il 50° dell’allunaggio seguendo in diretta il lancio di Parmitano e guardando tutti i film e le serie che possiedo, da Uomini veri ad Apollo 13 a Dalla Terra alla Luna. Pensavo di dedicare il mio post celebrativo al film Il primo uomo ma non l’ho ancora visto (ho una coda di film da vedere e recensire che al confronto Smaug è un gatto dell’Isola di Man).
Quindi ecco a voi un personaggio che compare in quasi tutti gli spettacoli dedicati alla NASA ma il cui nome è sconosciuto ai più, anche perché interpretato da una serie di attori dimenticabili (tranne Nick Searcy in Dalla Terra alla Luna, bravissimo, ma gli somiglia come io somiglio a Scarlett Johansson). Eppure la sua vita è già un film, e vorrei che qualcuno lo girasse. Non mi sento di scrivere un romanzo su di lui perché confesso una totale ignoranza degli aspetti tecnici. ma eccolo qui:
Donald Kent “Deke” Slayton, 1924-1993, pilota di caccia durante la II guerra mondiale, pilota collaudatore e ingegnere aeronautico, fu selezionato nel 1959 fra i primi sette astronauti del Progetto Mercury, quando la corsa allo spazio fra USA e URRS cominciava a scaldarsi. Al fianco di personaggi come Gus Grissom, Alan Shepard e John Glenn, passò in secondo piano nell’attenzione dei media, non andò mai nello spazio e fu tolto dal programma nel 1962 a causa di un difetto cardiaco.
Fine della sua carriera di astronauta… o no? DUN DUN DUN DUNNNNN
Deke doveva essere, oltre che un geniaccio, un diplomatico e un uomo di profonda empatia e capacità di comprendere la natura umana, perché nel 1966 divenne direttore del settore “Flight Crew Operations”, in pratica l’Ufficio Risorse Umane della NASA. Un noioso lavoro da scrivania? Parliamone. Tutti gli astronauti delle missioni Apollo, ma dico TUTTI, furono selezionati da lui. Deke doveva gestire il complesso sistema di rotazione degli equipaggi e delle loro riserve. Il poveraccio a un certo punto si trovò a decidere cosa si portavano gli astronauti sulla Luna, dopo che “qualcuno” (ehm – Shepard – ehm) portò la testa di una mazza da golf. Tenete presente che più peso si portavano in fuffa, meno carburante avevano per l’allunaggio e il decollo dalla Luna… e Deke era lì a controllare dati da cui dipendeva la loro vita.
Deke programmò chi sarebbe stato il primo uomo sulla Luna. Pare che la prima scelta fosse l’amico Grissom (mio eroe, vedi foto). Deke ascoltò le grida d’aiuto di Grissom, White e Chaffee quando la capsula sperimentale Apollo 1 esplose in cima alla rampa di lancio; aveva addirittura considerato di infilarsi dentro con loro per capire cosa non andava. Le mogli degli astronauti di Apollo 1 gli donarono una spilla da astronauta, anche se lui non era mai stato nello spazio. La scena appare in Dalla Terra alla Luna e pare sia autentica.
Deke fu al fianco di Shepard quando questi divenne il primo americano nello spazio, fu bloccato da una malattia all’orecchio, guarì e andò a giocare a golf sulla Luna con Apollo 14. Deke si trovò a palleggiare fra il nevrotico Buzz (lo dico con tutto l’amore di sorella nevrotica) e il flemmatico Neil su chi dovesse essere il primo uomo sulla Luna. (Risposta: il portello si apre dalla parte del comandante, quindi esce per primo il comandante. Capito, Buzz? Luvya Buzz.)
Deke non mollò per un attimo Apollo 13 nel disperato tentativo di riportarli a casa. Lo vedete qui a sinistra con il sistema per ridurre la quantità di CO2 – “prendete la copertina del manuale di volo, e un calzino” – reso celebre dal film Apollo 13. E poi, con l’ultima missione di Apollo 17, gli ultimi passi di Cernan sulla Luna e la cancellazione del programma, quella fase della vita di Deke ebbe termine.
Sorpresa. Dal 1962, scottato dalla sua rimozione come astronauta attivo, Deke era diventato un salutista, facendo esercizio fisico e smettendo di bere e di fumare per rimediare al suo difetto cardiaco. Un esempio per tutti noi che tendiamo a sbroccare, perché FUNZIONO’. Nel 1975 il nostro andò finalmente nello spazio con la storica missione Apollo-Soyuz.
C’era ancora la guerra fredda; eppure due equipaggi ai lati opposti dello schieramento si incontrarono nello spazio. All’aggancio delle due navicelle, gli astronauti Slayton, Stafford e Brand strinsero la mano a Leonov (prima passeggiata spaziale, 1965) e Kubasov. L’atterraggio quasi ammazzò i tre astronauti americani, ma l’esperienza di Stafford li salvò.
A me vengono sempre le lacrime agli occhi quando ci penso, perché il disgelo avvenne nello spazio prima che sulla Terra, così come oggi uomini e donne da ogni continente lavorano insieme sulla Stazione Spaziale Internazionale. Non c’è tempo per la politica nello spazio, bisogna sopravvivere. Dovrebbe essere una lezione per noi sulla Terra: la politica è una fregatura che ostacola la sopravvivenza quotidiana della gente normale. Ma lasciamo perdere. Godetevi la foto di Deke e Alexei qua sopra.
Deke concluse la sua carriera alla NASA gestendo parte del programma Space Shuttle quando John Young (un altro mio eroe) portò nello spazio il Columbia nel 1982. Morì nel 1993 di cancro al cervello. La maledetta bestia ti frega, non importa quanto tu sia salutista. Io adesso sto bene, ma tanto se deve succedere succede. Mio papà faceva la vita più salutare del mondo e se n’è andato in pochi mesi.
Ok, supponiamo di fare un film su Deke. Chi potrebbe interpretarlo? Come dicevo sopra, nessuno ha mai reso davvero giustizia a quella faccia da cowboy pensoso. Ne sparo due: Hugh Jackman e Matthew McConaughey. Hugh è ancora abbastanza giovane da interpretare il trentaquattrenne Deke del progetto Mercury e il cinquantunenne Deke di Apollo-Soyuz. Non ha gli occhi azzurri, ma secondo me per interpretare un personaggio storico ci vuole un bravo attore, non tanto un attore somigliante. Il magretto Gary Oldman ha vinto l’Oscar per aver interpretato Churchill in L’ora più buia. E io continuo a dire che Benedict Cumberbatch sarebbe il perfetto Senna, con lenti a contatto castane. Sbrigati Benedict… McConaughey ha un viso magro, ma è bravissimo e starebbe da dio con il taglio a spazzola.
Buon 50esimo, ciao Deke, Gus, Neil, Buzz, Mike…