A San Marino con Eärendil

Sarò a San Marino da venerdì a domenica per il Raduno Tolkien Fest, e venerdì alle 17:30 presenterò la conferenza “Il mistero di Eärendil”.

Se ci arrivo.

Avrebbe dovuto essere un viaggio tranquillo con gli ItalInklings (Gulisano Nejrotti Paglieri) con tappa al Meeting di Rimini e arrivo comodo comodo venerdì mattina al solito agriturismo.

Una famiglia di amici mi propone di usare la casa ad Alassio per Ferragosto e dintorni. Io felicissima, adoro quella casa e ci tengo che venga abitata, ma da due anni non riusciamo ad andarci (era papà Alfredo che la viveva davvero) e quindi volevamo andare giù con loro per spazzar via le macerie e dar sepoltura ai topi morti. Questo mi lasciava una finestra strettissima per il comodo viaggio sanmarinese che avevo sognato.

Così ho allertato i compagni di viaggio che sarei scesa all’ultimo momento, causando disagi anche a loro. Poi le cose sembravano schiarirsi, perché gli aspiranti alassini si sono dimostrati perfettamente in grado di affrontare da soli le macerie, i topi morti e il garage che neppure io so dove sia. Stavo per smentire e dire che sì, andiamo al Meeting, viaggiamo tutti insieme, yeah, e la mia prozia tedesca si rompe una gamba.

Adesso è in ospedale poco lontano da qui (non sono a Milano, non so più neanche come è fatta Milano), esce martedì, viene a casa a due passi da noi e ci sarà da occuparsi di lei. E’ una persona stupenda, energica ed eccentrica, sta già organizzando feste, e adesso io ho paura che il coccolone venga alle sue nipoti, ovvero mia madre, mia zia e mia cugina. Siamo da capo: partirò all’ultimo momento possibile per parare i danni qui finché posso.

Quindi giovedì vado a Milano, venerdì mattina parto per Rimini, prendo la navetta per San Marino e se il Silmaril mi guida arrivo entro le 17:30. Mollo il bagaglio sul palco, mi infilo la maglietta di Eärendil, faccio la conferenza e poi vado a dormire dietro le quinte.

La conferenza stessa sarà tutta da ridere, perché tutto questo è successo mentre la stavo correggendo (= cambiando tutto) e il nostro maestro del coro della chiesa ci ha insegnato una dozzina di nuovi canti da ripassare ogni giorno. Sono reduce dalla messa per gli Alpini in cui abbiamo cantato “Signore delle Cime”, o meglio hanno cantato, perché io piangevo pensando che è stata cantata al funerale di mio papà. D’altra parte mi piace far parte del coro. “Cantare” è una parola grossa, diciamo che ogni tanto emetto un suono piacevole per puro caso.

Come vedete dalle mie ferventi attività, la mia salute personale va benissimo, al punto che la mia ematologa mi ha tolto le medicine. Il raro e non aggressivo cancro (o qualunque cosa sia) è in remissione: adesso mi sta ammazzando lo stress. Io dico sempre ai miei dottori e psichiatri che potrebbero scrivere un articolo su di me per le riviste mediche e il loro curriculum schizzerebbe alle stelle.

E non vi ho detto di Deke. Non l’astronauta, il mio nuovo smartphone. Il passaggio da Windows ad Android (perché, Windows, perchè?) è stato un trauma paragonabile al passaggio da Windows Nonsocosa a XP sul portatile. Ho dovuto praticamente prendere una seconda laurea in tre giorni per convivere con Deke; adesso ho capito quasi tutto, tranne come usare il telefono…

Vi terrò aggiornati. Che Eärendil mi aiuti.

Informazioni su PB Cartoceti

Laureata in Lettere Moderne con indirizzo Filologia Romanza all'Università del Sacro Cuore di Milano. Scrivo da sempre racconti e romanzi; alcuni racconti sono stati premiati. Svolgo attività di traduttrice (per più di dieci anni presso la casa editrice Fanucci, ultimamente di racconti apocrifi di Sherlock Holmes per la Delos) e di saggista. Tengo conferenze su vari argomenti letterari, in particolare gli studi tolkieniani. Contattatemi solo in caso di emergenza a pbcartoceti AT tiscali DOT it
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